Relitto del Marcella

Pubblicato sulla rivista "Aqua" n.169 Agosto 2001
Testo e foto di Gustavo Bellini
Illustrazioni Andrea Muscatello

Si tratta di un Peschereccio d'alto mare Francese varato nel 1932 come "Marcella", poi nel 1942 ribatezzato dalla Kriegsmarine "UJ2210"
Da alcuni anni un pescatore di Chiavari mi aveva indicato una zona, a Deiva Marina ove su un fondale di 65 metri giaceva un relitto, a suo dire doveva trattarsi di un cacciatorpediniere tedesco affondato nel corso dell'ultima guerra. L'estate scorsa, approfittando di alcune belle giornate di luglio decisi di andare a vedere questo famoso relitto cosi poco conosciuto dai sub. Seguendo le indicazioni avute dal sig. Mario e utilizzando le sue mire, trovai subito il relitto e, con il compagno di questa avventura, Stefano Casartelli, ci accingemmo all'immersione al colmo della curiosità.

Giunti sui -40 vedemmo subito la prua, che era spezzata dal resto della nave e puntava dritta verso la superficie.
Più sotto, nascosto nell'acqua torbida c'era il resto della nave, questa parte di nave giaceva adagiata sulla fiancata sinistra, nascosta ai nostri sguardi curiosi dall'acqua torbida.
I due tronconi di nave, se pur spezzati nettamente al momento dell'affondamento sembrano ora incastrati l'uno nell'altro, però in una posizione così innaturale da rammentare subito nello stupito spettatore che questo relitto è di una nave certamente affondata in una violenta azione di guerra.
Ancora saldamente fissato alla zona prodiera, ma seminascosto dall'intrico di lamiere contorte, un unico grande cannone è ora puntato verso il cielo. La parte centrale della nave, in effetti, fa ora da sostegno alla prua, che si è conficcata nel fango del fondo puntata verso la superficie, ma con una decisa inclinazione all'indietro, il che fa pensare che sia giunta sul fondo del mare alcuni attimi dopo l'altro troncone di nave, contro cui si è poi appoggiata.
Credo che non esistano, per quanto oggi si sappia nell'ambiente subacqueo, altri relitti che nell'affondamento abbiano assunto posizioni simili. L'affondamento dei due tronconi è stato probabilmente rapidissimo; la nave può essere stata colpita da più di un siluro lanciati da distanza ravvicinata, inoltre la vicinanza della zona di rottura dello scafo con il grosso cannone induce a pensare che siano esplose anche le munizioni a bordo della nave e che quindi la nave si sia subito spezzata in due tronconi con un affondamento quasi immediato. Con il determinante aiuto di un vero esperto del settore, sono riuscito ad avere notizie certe delle origini della nave e dell'affondamento. La nave era un ex peschereccio d'alto mare Francese di nome "Marcella". Nel corso della seconda guerra mondiale alcune navi di questo tipo furono catturate dai tedeschi e trasformate in "Cacciatori di sottomarini".
Il "Marcella " era stato catturato e con altre aveva subito le necessarie trasformazioni, utilizzato quindi dalla Marina tedesca con la sigla UJ2210. Mentre nella notte del 28 Maggio 1944 stava scortando un piccolo convoglio diretto da La Spezia verso Genova, si verificò un'attacco da parte di 4 o 5 veloci siluranti alleate: erano circa le 01,40 quando uno o più siluri lanciati dalle siluranti colpirono in pieno il UJ2210 (Marcella). Parlando con persone della zona ebbi occasione di raccogliere la testimonianza di un anziano pescatore, il Sig. Luigi Castellarni, il quale non ricordando esattamente la data ricorda però benissimo di essere stato svegliato dai boati delle esplosioni, poi il silenzio assoluto rotto dalle grida di dolore dei feriti e dei naufraghi, che rammenta il Sig. Luigi furono raccolti dalle altre unità Tedesche.

Oggi il relitto del "Marcella" giace su un fondale di -64/65 m., mentre la prua risale sino a -45 m. L'immersione non è delle più facili, anche perché il relitto é difficile da localizzare, inoltre la zona d'interesse per il sommozzatore sportivo si riduce quasi esclusivamente alla prua che elevandosi dal fondo è circondata da acque più limpide, mentre il resto della nave è adagiato su un fondale fangoso, ove l'acqua è quasi sempre troppo torbida per consentire un'immersione divertente.
Sul relitto vi sono anche i resti di una rete con grossi cavi, per cui consiglio tutti coloro che dopo aver letto questo articolo decidessero di andare ad immergersi su questo bel relitto di usare sempre la massima prudenza.
Una brutta abitudine dei subacquei Italiani è quella di voler sempre togliere qualcosa dal mare, e sui relitti cercano sempre qualcosa da recuperare. Ricordatevi che non c e alcun souvenir asportato dal relitto di una nave che valga una vita umana.
Le cronache di questi ultimi anni sono piene di sub morti nel tentativo di recuperare un anfora da un relitto romano, piuttosto che un oblò od un ancora da un relitto moderno.
Con questo invito alla prudenza vi raccomando però di non perdere l'immersione sul relitto del UJ2210.
Io e Stefano Casartelli ci siamo immersi tre volte su questo relitto utilizzando una miscela trimix al 14% di ossigeno, così come consigliato dalla Trimix Scuba Association da cui siamo stati brevettati ed il cui metodo d'immersione abbiamo utilizzato. Dato che la profondità non superava i 65 metri siamo scesi con una bombola d'aria per la fase di discesa e di risalita, ed una di trimix per la fase di fondo, quindi con dei pesi più che accettabili. La decompressione finale ai 5 metri è stata effettuata respirando ossigeno puro al 100%.

Motopesca "MARCELLA"

Costruito nei Cantieri Navali di Sant Nazaire per la "Societè de Pècheries à Vapeur d'Arcachon"
Data del varo 28.12.1932
Lunghezza 63.30
Larghezza 10.50
Dislocamento 2.340 Tons
Equipaggio 50 uomini Motore Diesel 6 cilindri Burmeister & Wain
Potenza 1.000 CV
Riserva carburante 367 Tons
Riserva lubrificante 20 Tons




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