Il relitto Del Marsala

Da patry Gio Mag 28, 2009 4:26 pm

[img]http://www.tsaeurope.com/articoli/img/marsala1.jpg[/img] dal report di Massimo Barnini............. L’immersione di ieri sul relitto Marsala a Giannutri … [b]SEMPLICEMENTE FANTASTICA ![/b]
Il relitto …
Un relitto vero … e non per tutti.
L’intrigante atmosfera che creano legno e ferro corrosi dal tempo e dal mare.
I ricordi delle mie undici immersioni laggiù … e sempre un’immersione diversa.
Ieri, insieme al Team W.S.E. … ragazzi miei, bravi, umani, appassionati.
Il loro sorriso a 32 denti appena emersi … soddisfazione.
Finalmente Freddy con noi.
Sabrina … la prima Istruttrice Tek UTR su quel relitto.
Gli occhi vispi e tenaci di Rolando, la simpatia tipica di un livornese di nome Milco, il Bussotti … che non manca mai, sia quando si gioca che quando si fa sul serio … Michele, veronese riservato, ma irrimediabilmente ben integrato nel Team.
Barbara … soprannominata "la marescialla" per l'occasione, che scandisce tempi e disposizioni ai supporters.
L’assistenza in acqua e di superficie … Gli ringrazio a nome di tutti:
Ai -36 Fabio Benvenuti ( Livorno ) e Andrea Santiangeli ( Roma )
Ai -21 Andrea Miniati e Alessio Sabatini ( Firenze )
Ai -6/Out Massimiliano Della Torre e Marco Della Vecchia ( Roma )
La perfetta logistica dell’ArgentarioDivers – Porto Ercole:
Simone Nicolini, Massimo Erario, Gianni Cecchi, Marco Stefanoni, e il Presidente.
Letizia … per l’occasione fotoreporter e “cuciniera” …
Un mix di persone e amici che hanno contribuito a rendere questa giornata perfetta.

Due squadre sono scese sul relitto a 107 metri a 20 minuti l’una dall’altra. Tempismo perfetto per ritrovarci poi in fase deco quasi alle stesse quote per usufruire delle stesse squadre di assistenza alle varie fasce previste.
Rolando, Marcello e Milco hanno trascorso ben 25 minuti su quel fantastico relitto che si mostrava attraverso una visibilità caraibica.
Sabrina, Michele e io, essendo alla 3° immersione di corso Professional, abbiamo effettuato 15 minuti di fondo … ma son bastati a girarlo tutto trainati, in completo relax, dai nostri mitici scooter.

Che dire … ormai dal 1998 ho già fatto tanti racconti delle mie immersioni su questo relitto; lascio la fantasia delle emozioni agli Istruttori che erano laggiù con me.
Dico solo che la Deco Mnemonica UTR è stata ancora una volta molto apprezzata da tutti noi che la mettiamo in pratica … sempre … e come fanno altri 1.000 Tek Diver costantemente in ogni loro immersione dal 2001 ad oggi.

Congratulazioni Marsala ... tu sei “ il Relitto!”
Massimo Barnini
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MAXBarnini
Firenze...RAGAZZI SIETE FANTASTICI!!!!
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[b]Tipo: Tecniche[/b][/td][td:24c3 class=testo style="HEIGHT: 30px; BACKGROUND-COLOR: #dff1f3"]
[b]95-107 mt[/b][/td][td:24c3 class=testo style="HEIGHT: 30px; BACKGROUND-COLOR: #dff1f3"]
[b]Per: Esperti - Tecnici[/b][/td][/tr][tr][td:24c3 class=testo-news style="BORDER-RIGHT: #bee2e6 2px solid; BORDER-TOP: #bee2e6 2px solid; BORDER-LEFT: #bee2e6 2px solid; BORDER-BOTTOM: #bee2e6 2px solid" colSpan=3]
[color:24c3=#012c66]L’immersione sul relitto del Marsala è ovviamente riservata a subacquei molto esperti causa della profondità , della presenza di forti correnti e della visibilità non sempre buona. Il relitto è pedagnato , con la cima che arriva direttamente sulle stive a 10 metri circa da quello che rimane della zona del cassero. Appena arriviamo sul relitto ci si rende subito conto che abbiamo davanti una nave molto vecchia, infatti le strutture che rimangono sono solo quelle in ferro , bronzo e altri materiali metallici mentre il ponte, le paratie, i rivestimenti e le altre strutture non-portanti che all’epoca erano fatte in legno sono quasi tutte crollate nel fango.L’impatto con il piroscafo Campidano ha provocato un grande squarcio nella zona compresa fra il cassero e la prua della nave, aprendo un varco di circa 20 metri . Ecco quindi che è il fango a custodire tutti gli oggetti più interessanti e le incrostazioni hanno ovviamente ricoperto tutto. La nave poi è diventata un rifugio ideale per aragoste , musdee , cernie di fondale e scorfani di dimensioni notevoli , mentre le nuvole di Anthias l’ avvolgono con un abbraccio quasi morboso, quasi per proteggerla da intrusi. In questo tratto di mare poi è molto facile incontrare ricciole e altro pesce di grossa taglia in caccia.[/color][/td][/tr][/table]
[b]Il relitto[/b]

[img(200px,308px)]http://www.tsaeurope.com/articoli/img/marsala2.jpg[/img] Il Piroscafo Marsala venne costruito a Glasgow in Inghilterra nel 1882 dai cantieri Alexander Stephen & Sons e dislocava 2274 t.s.l.
Dal 1882 al 1911 resta di proprietà della Sloman line che appunto nel 1911 lo cede alla "Beraldo e Devoto" di Genova,
Viene requisito ed usato come trasporto nella guerra Italo-Turca, dal 1913 la società diviene "Clorialdo Devoto" sempre con sede a Genova, il 2 Luglio del 1913 alle ore 07.00 del mattino nei pressi di Giannutri affonda per l'investimento da parte da parte del piroscafo Italiano Campidano. Nelle cronache dell'epoca leggiamo che il Marsala, con capitano Giacomo Massa proveniva da Sfax (Tunisia) ed era diretto a Santa Liberata con un carico di 3500 tonellate di fosfati, quando a causa della forte nebbia fu investito dal piroscafo Campidano, iscritto al compartimento di Cagliari e proveniente da quella città, con capitano Arcidiacono. L'urto fu gravissimo, il Marsala ne usci quasi interamente tagliato in due, l'acqua lo invase interamente, facendolo colare a picco in 10 minuti. A bordo vi erano 23 persone di equipaggio e quattro passeggere, la moglie del comandante, la cognata di questi, una amica della moglie e la figlia di un importante notabile di Sfax anch'essa amica della moglie.
Dato l'orario, parte dell'equipaggio stava ancora dormendo, risvegliati dalla collisione e dall'allarme dei marinai di guardia furono rapidamente calate in mare le scialuppe e tutti poterono prendervi posto.
Passava nelle vicinanze anche un vapore tedesco che accortosi della gravità dei fatti si diresse sul luogo del naufragio per cooperare all'opera di salvataggio assieme al piroscafo investitore.
I naufraghi raccolti dal Campidano furono portati a Civitavecchia, ove ricevettero i primi soccorsi dalla locale Capitaneria, erano ovviamente tutti sprovvisti di abiti e di mezzi: alcuni marinai erano con la sola camicia.
Il Campidano riportò solo leggere avarie e, particolare curioso, il vapore Tedesco salvò la cagnolina di bordo che guaiva disperatamente trasportata alla deriva su una tavola.