ANSIA ED IMMERSIONE SUBACQUEA
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ANSIA ED IMMERSIONE SUBACQUEA
ANSIA E IMMERSIONE 1
qualche tempo fa si evidenziò in alcuni post l'insorgere di stati ansiosi in alcuni subacquei.
Questo mi fece venire in mente la possibilità di intraprendere, nel mio piccolo, una discussione aperta per poter aiutare questi soggetti che descrivevano situazioni comunque spiacevoli che avevano provato durante le nostre belle escursioni, imparando a controllarle positivamente.
Ci terrei a dire che lo stato ansioso, quando non è patologico si intende, sono strategie messe in atto dalla natura per difenderci e non metterci in pericolo, dandoci un campanello d'allarme, mettendo in moto una serie di reazioni a catena che aumenteranno le nostre capacità cognitive e sensoriali, portandoci in alto la soglia di attenzione.
La reazione fisiologica in questo stato è : pronti alla fuga!
Tutto questo ben si confà nell'atteggiamento terrestre. È il toccasana.
Ma in un ambiente che è comunque innaturale e non fisiologico per noi può , ed è stato, causa di un grande numero di incidenti di tutti i tipi.
Il DAN in una sua ricerca dava un 20-30% di incidenti causati da questa reazione.
Quindi ecco l'importanza di saper gestire questa sensazione nel migliore dei modi per non ritrovarsi alla precipitosa fuga verso la superficie con tutte le conseguenze che possiamo ben immaginare. Questi disturbi, che devono essere transitori e brevi ripeto, non devono essere scambiati per gli attacchi di panico o disturbi di ansia patologica che hanno ben altra natura e devono essere curati dagli specialisti del caso quando non siano espressione di una crisi ipoglicemica...
La prima percezione che si ha nell'insorgenza di una crisi ansiosa è la sensazione che la situazione stia diventando minacciosa, o troppo impegnativa per noi.
Ecco che aumenta la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria che si trasforma anche in diminuzione qualitativa degli scambi gassosi, l'adrenalina sale ecc..
iniziamo a sentirci poi, seconda fase, non pronti a poter fronteggiare il pericolo, e , infine, terza fase, iniziamo a concentrarci sulle conseguenze negative che deriveranno dal fallimento nella risoluzione dei problemi invece che cercare di trovare una soluzione logica al da farsi, come naturalmente verrebbe da pensare.
Se l'ansia poi persiste nel tempo ecco che potrebbe sfociare in qualcosa di diverso, più importante...
ma questo lo rimandiamo alla prossima parte,
continua.....
qualche tempo fa si evidenziò in alcuni post l'insorgere di stati ansiosi in alcuni subacquei.
Questo mi fece venire in mente la possibilità di intraprendere, nel mio piccolo, una discussione aperta per poter aiutare questi soggetti che descrivevano situazioni comunque spiacevoli che avevano provato durante le nostre belle escursioni, imparando a controllarle positivamente.
Ci terrei a dire che lo stato ansioso, quando non è patologico si intende, sono strategie messe in atto dalla natura per difenderci e non metterci in pericolo, dandoci un campanello d'allarme, mettendo in moto una serie di reazioni a catena che aumenteranno le nostre capacità cognitive e sensoriali, portandoci in alto la soglia di attenzione.
La reazione fisiologica in questo stato è : pronti alla fuga!
Tutto questo ben si confà nell'atteggiamento terrestre. È il toccasana.
Ma in un ambiente che è comunque innaturale e non fisiologico per noi può , ed è stato, causa di un grande numero di incidenti di tutti i tipi.
Il DAN in una sua ricerca dava un 20-30% di incidenti causati da questa reazione.
Quindi ecco l'importanza di saper gestire questa sensazione nel migliore dei modi per non ritrovarsi alla precipitosa fuga verso la superficie con tutte le conseguenze che possiamo ben immaginare. Questi disturbi, che devono essere transitori e brevi ripeto, non devono essere scambiati per gli attacchi di panico o disturbi di ansia patologica che hanno ben altra natura e devono essere curati dagli specialisti del caso quando non siano espressione di una crisi ipoglicemica...
La prima percezione che si ha nell'insorgenza di una crisi ansiosa è la sensazione che la situazione stia diventando minacciosa, o troppo impegnativa per noi.
Ecco che aumenta la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria che si trasforma anche in diminuzione qualitativa degli scambi gassosi, l'adrenalina sale ecc..
iniziamo a sentirci poi, seconda fase, non pronti a poter fronteggiare il pericolo, e , infine, terza fase, iniziamo a concentrarci sulle conseguenze negative che deriveranno dal fallimento nella risoluzione dei problemi invece che cercare di trovare una soluzione logica al da farsi, come naturalmente verrebbe da pensare.
Se l'ansia poi persiste nel tempo ecco che potrebbe sfociare in qualcosa di diverso, più importante...
ma questo lo rimandiamo alla prossima parte,
continua.....
sise- Numero di messaggi : 383
Età : 60
Località : MARE
Data d'iscrizione : 09.12.08
Re: ANSIA ED IMMERSIONE SUBACQUEA
credo che ormai sia diventato abitudinale convivere con l ansia ,fà parte del nostro modo di vita:abbiamo figli,siamo genitori,tenori di vita che si adattano malvolentieri con la nostra società...ma credo che forse andare in acqua sia ancora un momento in cui ci rilassiamo,abbandoniamo i problemi e ci lasciamo andare in quel momento magico cullati in un meraviglioso massaggio amniotico e quel potere magico che l acqua ha nei nostri coinfronti.Credo che usando miscele con percentuali di ossigeno maggiori possono sensibilmente diminuire il senso di ansia e quindi di leggero panico . :lol: :lol: :lol:
Ospite- Ospite
Re: ANSIA ED IMMERSIONE SUBACQUEA
ciao Mauro,
si sono convinto anche io di quello che dici, credo che in primis la disciplina subacquea abbia proprio di base questo concetto: imparare a conoscere, gestire e superare i nostri stati ansiosi e di stress.
da un lato immergersi in un fluido che in qualche maniera ci isola dal mondo esterno, attutendo i rumori e facendoci "volare" come in assenza di gravità, da un altro ci forma mentalmente nel dover essere sempre presenti cognitivamente.
ben vengano anche le miscele, ormai sperimentate ma anche nuove idee da sperimentare per migliorare comfort e benessere in immersione. :D :D :D :D
si sono convinto anche io di quello che dici, credo che in primis la disciplina subacquea abbia proprio di base questo concetto: imparare a conoscere, gestire e superare i nostri stati ansiosi e di stress.
da un lato immergersi in un fluido che in qualche maniera ci isola dal mondo esterno, attutendo i rumori e facendoci "volare" come in assenza di gravità, da un altro ci forma mentalmente nel dover essere sempre presenti cognitivamente.
ben vengano anche le miscele, ormai sperimentate ma anche nuove idee da sperimentare per migliorare comfort e benessere in immersione. :D :D :D :D
sise- Numero di messaggi : 383
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