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IL PIROSCAFO POSTALE POLLUCE...

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IL PIROSCAFO POSTALE POLLUCE... Empty IL PIROSCAFO POSTALE POLLUCE...

Messaggio Da patry Ven Feb 27, 2009 1:19 pm

Il 17 giugno 1841 il piroscafo postale Polluce, appartenente all'armatore genovese Raffaele Rubattino, in navigazione da Napoli a Genova, fu speronato dalla nave napoletana Mongibello e affondò in meno di mezz'ora con tutti i suoi beni al largo dell'isola d'Elba, dove il relitto giace ancora ad una profondità di circa 100 metri, danneggiato e depredato da una grave recente "incursione".

Le persone a bordo, circa 80 tra passeggeri ed equipaggio, riuscirono a salvarsi, tutte meno un marinaio, trasbordando sulla Mongibello, per essere sbarcate a Livorno, pressoché nude.


Il carico perduto era imponente: un ingente quantitativo di monete d'oro e d'argento e un tesoro in gioielli e oggetti preziosi, dato che tra i passeggeri vi erano persone di alto rango, tra cui prelati, funzionari napoletani, una principessa Filomarino, un nobiluomo russo ...

Le modalità dell'incidente inducono a sospettare che lo speronamento da parte della nave napoletana sia stato volontario, e recenti ricerche storiche portano a pensare che il Polluce avesse a bordo qualcosa che non doveva giungere a Genova, forse aiuti finanziari forniti dagli Inglesi ai patrioti italiani.

Il Rubattino, assistito dal Guerrazzi, avvocato e patriota livornese, intentò causa ai Napoletani, e vinse anche il processo, che si svolse a Livorno nel 1842, ma non fu mai risarcito, così come non furono risarciti i passeggeri, perché la nave non era assicurata e perché la legge del tempo non contemplava tali sinistri in mare.

L'armatore genovese tentò anche l'impresa disperata di recuperare la nave, spendendo una cifra enorme e riducendo la sua compagnia sul lastrico. I dettagli del fallito recupero si conoscono grazie a Cesare de Laugier, colonnello napoleonico di nascita elbana, che ha lasciato un libretto di 48 pagine, pubblicato appena una settimana dopo l'inutile tentativo nel novembre 1841.


Gli atti del processo di Livorno sono invece rimasti sconosciuti finché, una decina di anni fa, non si sa come, sarebbero stati scovati e copiati da un subacqueo francese, che li avrebbe venduti ad una società inglese. Di fatto, il titolare di quest'ultima, pur non essendo uomo di mare, raggiunse Genova con svariati amici nel gennaio del 2000, noleggiò una motonave attrezzata con grande benna e, dopo aver presentato regolare richiesta alle Autorità italiane per recuperare il relitto di una nave mercantile inglese, la "Glean Logan", affondata da un sommergibile durante la prima guerra mondiale in tutt'altra posizione, si collocò invece sul relitto del Polluce e cominciò le operazioni di recupero, tirando su a caso con la benna tre tonnellate almeno di detriti, per setacciare il materiale alla ricerca di preziosi.

[img]http://thumbnails.truveo.com/0001/E3/80/E3808C80642BEAEF94255F.jpg[/img]

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