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IL SOMMERGIBILE SEBASTIANO VENIERO

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Messaggio Da Ospite Ven Feb 20, 2009 11:28 am

PORTO PALO di Capo Passero: estrema punta sud della Sicilia, una porta sul Mediterraneo più vicina all'equatore del Nord Africa. Qui i colori sono veramente intensi, le mezze tinte non hanno spazio. Il blu intenso del mare contrasta col bianco delle spiagge e il grigio delle scogliere, interrotte dal verde dei fichi d'india e dal viola dei fiori di cappero. Il sole, che brucia la pelle dei pescatori, dà un sapore particolare agli ortaggi, che rappresentano la maggior risorsa economica del luogo.

Siamo nel regno del "Pachino", il tipico pomodoro a forma di ciliegia che cresce a grappoli , dal dolce e caratteristico sapore. Le serre oramai hanno sostituito le tonnare, e il territorio intorno ai paesi di Pachino e Porto Palo è profondamente cambiato. In questo angolo di mondo, poco conosciuto dal turismo di massa, si può trascorrere una piacevole vacanza immersi nella natura e nella storia, Greci e Fenici hanno lasciato i segni profondi della loro presenza.

Anche gli appassionati della subacquea possono fare vacanze straordinarie: in questo tratto di costa vi sono numerosi relitti che offrono al sub una parte dei loro segreti. Uno di questi è il relitto del sommergibile "SEBASTIANO VENIERO" sul quale ho avuto il privilegio di fare una indimenticabile immersione.

Il sommergibile costruito nel 1919 è stato accidentalmente speronato da una nave cisterna nel 1925, durante un'esercitazione nel canale di Sicilia. Le condizioni meteo sfavorevoli e il fatto che il sommergibile navigasse a quota periscopica hanno fatto sì che a bordo della nave cisterna non si accorgessero dell'incidente: infatti, sul libro di bordo, il colpo avvertito venne descritto come un generico "colpo di mare". Il Veniero colpito affondò all'istante, trascinando con sé i 48 uomini dell'equipaggio, senza nessuno scampo.

Dopo due giorni e dopo la rivista navale e aerea organizzata dal Regime, la Marina Militare, non vedendo tornare il sommergibile, iniziò le ricerche senza alcun esito. Gli idrovolanti che trovarono chiazze di nafta e il fatto che la chiglia della nave cisterna fosse danneggiata, fecero intuire il dramma, ma del relitto non si trovò nessuna traccia, i mezzi tecnologici di allora erano molto limitati e molto diversi da quelli odierni.

Solo nel 1990 Enzo Maiorca durante una immersione, informato anche dai pescatori locali che impigliavano spesso le loro reti, trova il relitto e ne pubblicizza la scoperta. Il relitto giace a circa 4 miglia di fronte a Porto Palo, su un fondale di 55 metri. L'immersione, data la profondità, richiede una certa esperienza, ma se le condizioni di visibilità e di assenza di corrente sono buone

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